GABBIANI
IL PROBLEMA GABBIANI
Il Gabbiano reale, oltre ad affrancarsi nell’ambiente marino, si spinge nell’entroterra fino a risalire i fiumi e colonizzare gli ambienti antropizzati e degradati come discariche e città. La nidificazione avviene in colonie e ha un’eccezionale capacità di spostamento, ed è in grado di nuotare e di raccogliere cibo sia sull’acqua che sul terreno.
Ciò che caratterizza le colonie urbane è che hanno un “successo di involo” elevato e ciò comporta un rapido insediamento delle colonie prima che venga percepito come un problema.
I DANNI
Il Gabbiano reale, soprattutto nei siti scelti per la nidificazione, tende a creare confusione emettendo richiami anche nelle ore notturne e diventando aggressivo nei confronti di quanti considera intrusi presso il nido limitando, in tal modo, l’accesso alle persone su tetti e terrazze; inoltre il rilascio di escrementi, materiali vari e rifiuti provoca ottusione di grondaie, prese d’aria, sfiatatoi e tubi di drenaggio.
Poiché i gabbiani volano in gruppi e lentamente, possono non essere abbastanza rapidi da sfuggire alla traiettoria dei velivoli creando, quindi, pericoli per la sicurezza aerea e provocando impatti (Bird Strike) soprattutto in fase di decollo e atterraggio degli aerei . I problemi si intensificano quando l’aeroporto è ubicato tra le località utilizzate dai gabbiani per alimentarsi (ad esempio le discariche di RSU) ed i luoghi dove trascorrono la notte.
LE MALATTIE
Il Gabbiano reale è portatore di potenziali rischi sanitari per esseri umani e animali domestici: in particolare la salmonella. I rischi sanitari aumentano qualora un gran numero di gabbiani frequenta riserve idriche ad uso potabile.
PICCIONI
IL PROBLEMA PICCIONI
Negli ultimi decenni l’attenzione crescente dell’opinione pubblica al fenomeno “pestspeciem” relativamente ai disagi subiti dalla popolazione, ha contribuito a sottolineare problematiche rilevanti quali condizioni igienico-sanitarie precarie, danni subiti dalle attività produttive e dalle strutture a cui bisogna aggiungere gli ingenti danni al patrimonio artistico che questi animali comportano.
I DANNI
Il guano dei piccioni sciogliendosi con la pioggia causa il deterioramento dei monumenti e dei fabbricati: la componente acida del percolato scioglie il carbonato di calcio danneggiando marmi ed intonaci. Oltre al danno strutturale si deve considerare che il composto organico a reazione acida, offre un elemento costitutivo ideale alla moltiplicazione di organismi microscopici, quali muffe e funghi che ricoprono le superfici.
LE MALATTIE
Il piccione è portatore di circa 60 malattie, alcune delle quali molto pericolose, contagiose per l’uomo e per gli animali domestici.
Citiamo solo alcune tra le più comuni e pericolose: Salmonellosi, Criptococcosi, Istoplasmosi, Ornitosi, Aspergillosi, Candidosi, Clamidosi, Coccidiosi, Encefalite, Tubercolosi, ecc.
Non è necessario il contatto diretto: il vento, gli aspiratori, i ventilatori, possono trasportare la polvere infetta delle deiezioni secche negli appartamenti, nei ristoranti, negli uffici, negli ospedali, nelle scuole, ecc., contaminando gli alimenti, gli utensili da cucina, la biancheria, ed innescando i processi infettivi.
LE INFESTAZIONI
Associata alle colonie di volatili, c’è sempre la presenza dei loro ectoparassiti, in particolare pulci, cimici, zecche (zecca molle del piccione – argasreflexus-) ed acari, che spesso causano forti infestazioni all’interno di edifici ove sono posti i nidi, soprattutto all’interno dei sottotetti. Solai lordati dai loro escrementi, guano e carcasse contaminano pericolosamente l’ambiente.
Questa è una fonte di serie problemi igienico-sanitari, essendo questi insetti a loro volta vettori di gravi malattie infettive ed anche potenziali parassiti dell’uomo.
STORNO
IL PROBLEMA STORNO
Lo storno (Sturnusvulgaris) grazie alla sua adattabilità, vive nelle campagne ma anche nelle città e nei villaggi e durante l’estate predilige luoghi che presentino cavità per nidificare; essendo un uccello molto gregario si riunisce in stormi che possono contare diverse centinaia di individui e dopo aver trascorso l’intera giornata nei campi o nei parchi alla ricerca di cibo, la sera si dirigono verso i “dormitori”, costituiti da canneti o gruppi di alberi, dove, prima di trascorrere la notte, si contendono chiassosamente le postazioni migliori.
Lo storno è un uccello che non può essere definito migratore, né stanziale, infatti alcune popolazioni svernano nelle regioni dell’Italia meridionale per poi migrare nelle regioni settentrionali ai primi caldi, altre popolazioni sono stanziali.
Nidifica in cavità: negli ultimi tempi l’utilizzo degli edifici ha soppiantato in larga misura quello degli alberi. Vengono utilizzati fori nelle pareti, i coppi, le coperture ondulate di capannoni, e qualsiasi altro anfratto che ne permetta l’ingresso.
Gli ambienti preferiti sono gli ambienti agricoli alberati e le aree urbane eperiurbane, sebbene lo Storno è in grado di utilizzare sia habitat molto diversi (terreni agricoli, aree boschive, zone umide, ecc.) che componenti di ciascun ecosistema (siepi, prati, pascoli, costruzioni agricole ecc.). In particolare gli Storni preferiscono prati permanenti, con erba bassa e ricchi di invertebrati, soprattutto se ubicati vicino ad allevamenti zootecnici.
L’alimentazione onnivora coinvolge anche diverse colture e alberi da frutto: uva, ciliegie, olive, fichi, grano, orzo, mais, sorgo, miglio, ecc. e mangimi destinati al bestiame.
I DANNI
Dopo i cinghiali, gli storni sono gli animali selvatici che fanno più danni all’agricoltura colpendo tra l’altro colture ad alto valore aggiunto e intensità di manodopera, come i frutteti e i vigneti, mettendo così a rischio il reddito delle imprese. Inoltre, il guano crea conseguenze pesanti per la città sia sotto il profilo del decoro, sia per quanto riguarda la sicurezza stradale.
Un’altra serie di problematiche è posta dall’interferenza con il traffico aeroportuale presso gli aeroporti, con il rischio di collisioni tra aerei e stormi di uccelli (“birdstrikes”).
Infine esistono i problemi che coinvolgono i dormitori urbani, soprattutto quelli che vengono insediati presso piazze e viali molto frequentati alla sera (fermate bus, distributori, edicole, negozi, uffici pubblici, ecc.). In questo caso i disagi sono provocati dall’accumulo di guano e piume su marciapiedi, insegne, veicoli, oltre che sui passanti e dal baccano provocato dai molti individui. Il pavimento viene reso scivoloso e maleodorante, e provoca un degrado del decoro urbano, oltre ad un potenziale rischio sanitario.
LE MALATTIE
Studi recenti hanno dimostrato come le feci di storno, presenti in grosse quantità nei centri urbani (soprattutto sotto gli alberi scelti come dormitori), possano favorire la diffusione di alcune malattie micetiche, protozoarie, virali, parassitarie e batteriche.
LE INFESTAZIONI
Occorre considerare che gli accumuli di feci di oltre tre anni possono permettere la crescita del fungo Histoplasmacapsulatum, agente dell’istoplasmosi nell’uomo (Feare,1985). Alcuni test hanno mostrato che il virus della gastroenterite (TGE) può passare nell’apparato digerente dello Storno e rimanere contagioso nelle feci.